San Marino ha già il fotovoltaico. Non è un lusso, ci sono impianti installati e funzionanti. Ma non tutti i cittadini ne beneficiano, e la diffusione resta limitata. Per questo cresce il dubbio: con i 12 milioni di euro investiti dal governo a Brescia, non era forse possibile arrivare a una vera autonomia energetica interna, incentivando famiglie e imprese a coprire i propri tetti di pannelli solari?
Il progetto lombardo promette di coprire il 7-8% del fabbisogno nazionale. Ma se quelle risorse fossero state destinate a un piano di incentivi mirato, oggi ogni sammarinese avrebbe potuto contribuire direttamente alla produzione di energia rinnovabile, abbassando le bollette e riducendo la dipendenza dall’estero.
In Commissione Finanze le opposizioni hanno insistito sul paradosso: si parla di sovranità energetica, ma il primo grande investimento si realizza fuori confine. «Così non è autonomia, ma una nuova dipendenza dall’Italia», ha commentato Emanuele Santi (Rete). Anche Repubblica Futura e D-ML hanno sottolineato come il Piano Energetico Nazionale appena approvato indicasse altre priorità, più vicine al territorio e con una produttività solare superiore.
Il nodo è politico ma anche sociale: invece di una scelta che lascia l’autonomia sulla carta, non sarebbe stato meglio garantire pannelli a tutti i cittadini, trasformando le case sammarinesi in piccole centrali verdi?