Un investimento da 12 milioni di euro di soldi pubblici per un impianto fotovoltaico a Brescia, ma senza la trasparenza prevista dalla legge. È l’accusa esplosa ieri in Commissione Finanze, dove i consiglieri di Repubblica Futura hanno denunciato che la relazione sull’operazione dell’AASS è arrivata dopo che i contratti erano già stati firmati.
«Se la relazione è successiva all’offerta vincolante, non è preventiva», ha attaccato Sara Conti, ricordando che la legge di bilancio 2024 obbliga AASS a trasmettere le informazioni prima di ogni acquisizione. Ancora più duro Nicola Renzi: «È impensabile che un paese funzioni così: il Congresso di Stato decide di pubblicare le delibere quando vuole, scavalcando le regole. È un arbitrio istituzionale».
La polemica non è solo formale. Secondo l’opposizione, si tratta di un metodo che svilisce il ruolo del Consiglio e lascia “ombre” su un investimento strategico per il futuro energetico del paese. «Non vi chiediamo di votare al posto del Cda – ha ribadito Renzi – ma di condividere le informazioni preventivamente, come impone la legge».
Dal governo, il Segretario alle Finanze Marco Gatti e il Segretario con delega all’AASS Alessandro Bevitori hanno difeso la scelta: la riservatezza era necessaria per non compromettere la trattativa. Ma le opposizioni non ci stanno: «Così state abituando il paese a derogare le leggi a piacere. È una deriva pericolosa».
L’impianto di Brescia dovrebbe coprire il 7-8% del fabbisogno energetico nazionale. Ma la vera partita, per ora, si gioca sulla credibilità delle istituzioni.