La Repubblica di San Marino è stata tra i primi Stati in Europa a riconoscere formalmente la fibromialgia come patologia invalidante. Eppure, a quattro mesi dall’entrata in vigore della Legge n.10 del 2024, chi soffre di questa sindrome continua a vivere nell’ombra, tra diritti scritti sulla carta e sostegni che non arrivano.
A denunciarlo con forza in aula sono stati i consiglieri Katia Savoretti e Andrea Menicucci (Repubblica Futura), in occasione della Giornata Mondiale della Fibromialgia, celebrata lo scorso 12 maggio. “È una malattia che colpisce in maggioranza le donne, con dolori cronici, effetti invalidanti e conseguenze sociali pesanti”, ha ricordato Savoretti, sottolineando che “il riconoscimento non basta, serve applicarlo”.
Il problema è concreto: secondo Menicucci, molti malati non riescono ad accedere a cure, tutele lavorative o agevolazioni, mentre il diritto al lavoro viene spesso negato a causa dei sintomi debilitanti e degli effetti collaterali delle terapie. “Non possiamo fermarci al riconoscimento – ha detto – bisogna garantire davvero una vita dignitosa”.
Proprio per questo è stato presentato un ordine del giorno che impegna il Congresso di Stato a:
riferire entro agosto 2025 in Commissione Sanità sui limiti della legge attuale,
valutare modifiche normative per garantire equità, trasparenza e accesso reale alle tutele previste,
evitare “distorsioni e abusi” che possano compromettere chi ha davvero bisogno.
La fibromialgia – riconosciuta dall’OMS dal 1992 – è una malattia silenziosa, spesso minimizzata o ignorata, ma che colpisce nella quotidianità, limitando movimento, relazioni e indipendenza. A San Marino si è fatto un primo passo, ma ora serve trasformare quella legge in realtà concreta.
Perché riconoscere non è sufficiente. Tutelare è un’altra cosa.