La CSU traccia un bilancio delle proprie iniziative e dei dati raccolti nell’ambito delle attività legate al 25 novembre, confermando il proprio ruolo di punto di riferimento per donne che vivono situazioni di violenza o discriminazione. Nel comunicato si legge che “nell’ultimo anno 11 donne si sono rivolte al sindacato unitario per richiedere un aiuto rispetto alle loro problematiche, che vanno dalle violenze fisiche, sessuali e verbali, fino al ricatto economico”. Le segnalazioni riguardano contesti sia pubblici sia privati, con episodi che spaziano dal mobbing alle molestie, fino a forme più gravi di violenza.
Le iniziative programmate dalla CSU sono parte delle attività organizzate a San Marino per il 25 novembre 2025, dedicate al tema “Ogni donna ha il diritto di rifiorire”. Come ricordato, sono state presentate durante la conferenza stampa del 18 novembre insieme all’Autority per le Pari Opportunità. Dal 24 novembre “negli uffici CSU e delle Confederazioni sono esposti i totem realizzati con la Commissione per le Pari Opportunità”, strumenti informativi che riportano lo slogan “Quasi invisibile. Esci dall’ombra della paura e chiama”, con i contatti del Centro ascolto antiviolenza e delle Forze dell’Ordine.
Tra gli appuntamenti del prossimo anno è previsto l’incontro del 12 gennaio 2026 con Gino Cecchettin, Presidente della Fondazione dedicata alla figlia Giulia. Il comunicato precisa che Cecchettin “nella mattinata parlerà e si confronterà con gli studenti e le studentesse della Scuola Superiore e del CFP, e nel pomeriggio incontrerà i Rappresentanti sindacali e la cittadinanza”. A seguire, il 27 gennaio e il 13 febbraio si svolgeranno due giornate di formazione organizzate dalla “Casa delle Donne per non subire violenza – Bologna”, realtà che offre sostegno, colloqui, consulenza legale e ospitalità d’emergenza. La prima giornata sarà rivolta ai rappresentanti sindacali di CSdL e CDLS, mentre la seconda avrà un taglio più tecnico, con attività suddivise in gruppi di lavoro.
Oltre alle situazioni di violenza individuale, la CSU richiama anche una serie di criticità strutturali. Il comunicato sottolinea che “in particolare nei settori privati, sono molte le donne con inquadramenti inferiori ai colleghi uomini a parità di mansione” e che persistono numerosi casi di “part-time involontario che si traducono in un gap salariale e pensionistico e in un ostacolo all’avanzamento nella carriera lavorativa”. Si tratta di elementi che rientrano nell’ambito più ampio delle pari opportunità e che, secondo l’organizzazione, non trovano giustificazione in un sistema che riconosce la parità di genere a livello costituzionale e contrattuale.
La CSU segnala anche la mancanza di dati completi sul tema delle differenze salariali e delle ore lavorate: “San Marino si contraddistingue per la mancanza di dati fondamentali… non è dato sapere quali sono, nel dettaglio, le differenze di retribuzione tra uomini e donne”. In molti paesi europei queste informazioni sono pubblicate regolarmente dagli istituti statistici, mentre nel contesto sammarinese tali elementi non risultano disponibili.
Il comunicato richiama infine il caso Simoncini, ricordando che “sono passati più di tre anni e mezzo da questo episodio di molestia sessuale ai danni di una lavoratrice, e oltre un anno dalla conclusione dell’iter giudiziario con una sentenza di colpevolezza”. Secondo la CSU, i ritardi nell’iter complessivo “lasciano alquanto perplessi e compromettono la fiducia verso le Istituzioni, in particolare delle vittime che potrebbero sentirsi non difese e protette”.




