Crisi Aeffe, Petitti: “Serve chiarezza sul piano industriale e tutela del lavoro, il 90% è occupazione femminile”

da | 6 Dic 2025

a notizia dell’avvio della procedura di licenziamento per 141 lavoratrici e lavoratori del gruppo Aeffe, 81 dei quali impiegati nello stabilimento di San Giovanni in Marignano, riaccende l’attenzione su una crisi che ha assunto rilievo non solo economico, ma anche sociale. A intervenire è la consigliera regionale e vice segretaria regionale del Partito Democratico, Emma Petitti, che affida a una nota ufficiale la propria posizione sulla vertenza.

«La notizia di questi giorni relativa al previsto licenziamento di 141 lavoratrici e lavoratori (81 dei quali impiegati presso lo stabilimento di San Giovanni in Marignano) della storica azienda Aeffe fa suonare sul nostro territorio campanello di allarme molto preoccupante dal punto di vista occupazionale e sociale.» osserva Petitti, che esprime sostegno alle richieste avanzate dalle organizzazioni sindacali.

La consigliera individua i due punti ritenuti centrali nella gestione della crisi. Il primo riguarda la tempistica della procedura in corso: «In primo luogo, visto che la cassa integrazione speciale scadrà a gennaio e che nello stesso mese sono previsti due incontri al ministero sulla crisi, non sarebbe male aspettare qualche settimana in più per la procedura di mobilità.» Un rinvio, secondo Petitti, consentirebbe di affrontare il confronto ministeriale con un margine di trattativa più ampio.

Il nodo principale resta però la prospettiva industriale del gruppo. Come sottolinea nella nota: «Inoltre, e questo probabilmente è il punto cruciale, capire se l’azienda abbia o meno un piano industriale chiaro per il futuro, dove vengono delineate linee di sviluppo della stessa e allo stesso tempo di salvaguardia dei posti di lavoro che, è bene ricordarlo, riguardano per il 90% donne.»

Petitti richiama poi il ruolo della Regione Emilia-Romagna, che al momento non siede ai tavoli della crisi. «La Regione Emilia-Romagna non è coinvolta al momento nei tavoli di crisi, però non si può non ricordare il nostro impegno sulla Fashion Valley, che riconosce il settore moda importantissimo nella manifattura emiliano-romagnola. Il progetto ha sempre teso a valorizzare il prodotto Made in Italy, in particolare, attraverso il sostegno all’innovazione dell’intera filiera, all’apertura di nuovi mercati, alla comprensione dei nuovi trend di sviluppo del consumo e alla contaminazione con gli altri settori quali ad esempio il turismo.»

Nella parte finale, la consigliera insiste sulla necessità di una collaborazione più stretta tra azienda, parti sociali e istituzioni: «Ora occorre lavorare tutti insieme, proprietà, sindacati e istituzioni, affinché il patrimonio umano e professionale coinvolto non subisca effetti irreversibili di questa importante crisi. Da questo punto di vista mi sento di appoggiare totalmente quanto già dichiarato dalla sindaca di San Giovanni in Marignano Michela Bertuccioli e da quella di Cattolica Franca Foronchi.»

La dichiarazione si chiude con la firma: Emma Petitti.

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