I Corpi Militari di San Marino hanno rappresentato per secoli la spina dorsale della sicurezza e dell’identità della Repubblica. Volontari, fedeli allo Stato, presenti nelle cerimonie ma anche pronti a collaborare con le forze dell’ordine. Un modello unico, che coniugava tradizione, patriottismo e risparmio economico.
Eppure oggi, a forza di decisioni discutibili, questo patrimonio rischia di scomparire nel silenzio.
Riceviamo e pubblichiamo una riflessione di un nostro lettore:
I Corpi Militari di San Marino hanno rappresentato per secoli la spina dorsale della sicurezza e dell’identità della Repubblica. Volontari, fedeli allo Stato, presenti nelle cerimonie ma anche pronti a collaborare con le forze dell’ordine. Un modello unico, che coniugava tradizione, patriottismo e risparmio economico.
Eppure oggi, a forza di decisioni discutibili, questo patrimonio rischia di scomparire nel silenzio.
Prima l’esclusione progressiva da servizi operativi, sostituiti da agenzie private di vigilanza. Poi la riduzione del loro ruolo a pura rappresentanza: bandiere, parate, uniformi, senza più compiti reali. Infine, il disinteresse nel valorizzarli o rinnovarne le funzioni.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: corpi che faticano ad attrarre nuove leve, perché i giovani non trovano più un motivo concreto per arruolarsi. Perché impegnarsi in un corpo che non viene utilizzato, che viene tenuto in panchina mentre si preferisce pagare personale esterno?
Si tratta di uno spreco doppio:
- economico, perché lo Stato rinuncia a una forza che costava poco e funzionava bene, per affidarsi a privati più cari;
- istituzionale, perché si svuotano di senso corpi che incarnano la storia e l’autonomia della Repubblica.
Non è un caso che molte voci abbiano parlato di “svilimento dei Corpi Militari”: relegati a folclore, rischiano di diventare gusci vuoti. E una volta persi, sarà impossibile ricostruirli.
La verità è che nessuno ricorda un singolo episodio in cui i Corpi Militari abbiano fallito nel loro compito. Al contrario, hanno sempre garantito disciplina, sicurezza e spirito di servizio. Le scelte di escluderli, allora, non possono che sembrare insensate. O peggio: motivate da interessi che nulla hanno a che fare con l’interesse pubblico.
San Marino ha il dovere di custodire le proprie istituzioni. Lasciar morire i Corpi Militari per inseguire logiche esterne significa rinunciare a un pezzo della propria sovranità. E questa sarebbe una colpa storica che ricadrebbe su chi oggi prende decisioni miopi, condannando al declino ciò che ha difeso e rappresentato la Repubblica per secoli.