Consiglio Grande e Generale: una seduta segnata da Istanze d’Arengo, riforme attese e un confronto acceso sulla gestione della fauna

da | 21 Nov 2025

La seduta pomeridiana del Consiglio Grande e Generale del 20 novembre 2025 ha offerto un quadro politico dinamico e denso di contenuti, dove le Istanze d’Arengo hanno rappresentato il fulcro del dibattito. Cinque le richieste discusse: due approvate e tre respinte, in un clima che ha alternato convergenze nette e divisioni profonde tra i gruppi consiliari.

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Il tema dell’abbigliamento formale: un confronto rapido e compatto

La discussione si è aperta con l’Istanza n.5, che proponeva un ammorbidimento delle prescrizioni di abbigliamento per i presentatori delle Istanze d’Arengo. L’aula ha però confermato la linea attuale, ritenendo la forma parte integrante del rispetto verso la Reggenza e l’istituto stesso. Il voto, ampiamente contrario, ha riflesso la volontà di mantenere un codice formale univoco per tutte le occasioni istituzionali.

Natura personale dell’Istanza d’Arengo: un confine ribadito

La seconda proposta, l’Istanza n.6, chiedeva di consentire alle associazioni di essere prime firmatarie delle istanze. La richiesta è stata respinta senza esitazioni. Il Consiglio ha riaffermato la natura strettamente personale dello strumento, sottolineando come un’apertura in tal senso rischierebbe di estendere l’istituto indirettamente anche a soggetti non cittadini e di snaturarne la funzione originaria.

Famiglie e natalità: l’aula converge sulle misure di sostegno

Con l’Istanza n.8 il dibattito si è acceso attorno al tema delle politiche familiari, un argomento che negli ultimi mesi ha visto crescere le attese e la pressione sociale. L’istanza è stata approvata con un largo consenso. La maggioranza ha richiamato il percorso già avviato per la riforma della legge 129/2022 e per l’ampliamento delle misure a sostegno della genitorialità, mentre le opposizioni hanno appoggiato l’obiettivo, pur rimarcando la lentezza con cui il Paese sta affrontando il calo demografico e le difficoltà quotidiane delle famiglie.
Il sí dell’aula assume un valore politico significativo: segnala la priorità del tema e impegna il legislatore a potenziare strumenti come congedi parentali, bonus bebè, servizi educativi e sostegni economici di base.

Sicurezza stradale e mobilità dolce: avanti verso una riforma del codice della strada

Ampia condivisione anche sull’Istanza n.9 dedicata alla sicurezza dei ciclisti. L’approvazione introduce un mandato politico chiaro alla Segreteria competente, già al lavoro su un aggiornamento del codice della strada.
Tra le ipotesi emerse figurano obblighi più stringenti per tutti i veicoli a due ruote, standard di sicurezza uniformi e nuove distanze minime di sorpasso. Il dibattito ha messo in evidenza anche la necessità di disciplinare i monopattini elettrici e di creare infrastrutture ciclabili più moderne, comprese possibili connessioni verso la costa romagnola, con l’obiettivo di coniugare sicurezza, mobilità sostenibile e rilancio del cicloturismo.

Cinghiali e metodi di contenimento: un tema che continua a dividere

La parte più accesa della seduta è stata quella dedicata all’Istanza n.22, che chiedeva il ripristino della caccia al cinghiale in braccata. La proposta è stata respinta, confermando la linea del decreto vigente che autorizza unicamente la “girata” come forma collettiva.
Il tema ha però evidenziato una netta spaccatura trasversale tra i gruppi: da un lato chi considera la braccata un metodo eccessivamente invasivo e rischioso, alla luce dei dati forniti dal Centro Naturalistico e degli episodi di pericolo avvenuti nei mesi scorsi; dall’altro chi ritiene che l’eliminazione di una pratica regolamentata possa favorire comportamenti irregolari e che il dibattito meriti maggiore approfondimento tecnico.
Il voto finale, con un significativo numero di astenuti e posizioni libere nei partiti, dimostra che il tema della gestione faunistica resta aperto e destinato a tornare nell’agenda politica.

Inizia il confronto sull’ICEE: equità e criticità al centro della scena

In chiusura, l’aula ha avviato l’esame in seconda lettura del progetto di legge che introduce l’Indicatore della Condizione Economica per l’Equità (ICEE).
La relazione di maggioranza ha evidenziato il valore strutturale del nuovo strumento, destinato a diventare la base per l’accesso a contributi e prestazioni sociali. L’ICEE prevede una valutazione integrata di reddito e patrimonio, con una componente patrimoniale aumentata al 25%. È stata inoltre confermata una fase sperimentale di dodici mesi e l’istituzione di un Osservatorio che monitorerà l’applicazione del modello.
La minoranza, pur riconoscendo miglioramenti rispetto alla prima lettura, ha segnalato la persistenza di criticità riguardanti redditi scarsamente tracciabili, patrimoni esteri e strutture societarie che potrebbero distorcere la valutazione della reale condizione dei nuclei familiari.
La Segreteria di Stato competente ha rivendicato l’impatto strategico del provvedimento, presentandolo come la chiave per una riforma complessiva e più equa del welfare, fondata finalmente su dati verificabili e su criteri uniformi.

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