Quali potrebbero essere gli effetti di un terremoto sugli edifici del centro storico del Titano? A questa domanda prova a rispondere una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica internazionale Resilient Cities and Structures (RCS), specializzata nello studio della resilienza di edifici e infrastrutture rispetto a fenomeni come terremoti, alluvioni e incendi. Il lavoro è firmato da Davide Forcellini, Scott McAvoy e Falko Kuester ed è il risultato di un progetto realizzato congiuntamente dall’Università degli Studi della Repubblica di San Marino e dalla University of California San Diego.
Come riportato nel contributo, “attraverso una serie di rilievi 3D e sopralluoghi, i tre accademici hanno elaborato una ricerca che approfondisce la vulnerabilità di una specifica area nella parte alta del Titano in caso di sisma”. Lo studio si concentra su un’area particolarmente significativa del centro storico e propone un approccio metodologico che supera l’analisi dei singoli edifici, per considerare invece insiemi omogenei di strutture.
Nel testo viene spiegato che “di qui la proposta di un metodo che supera una visione concentrata sui singoli edifici per proporne una più evoluta nella quale vengono tenuti in considerazione interi gruppi di palazzi”, un’impostazione ritenuta più adatta ai contesti storici, “alla luce delle caratteristiche dei centri storici, nei quali gli immobili nella maggior parte dei casi confinano l’uno con l’altro”.
L’area presa in esame è quella compresa “tra contrada Omagnano, contrada del Pianello e piazza della Libertà”, dove si affacciano alcune delle principali sedi istituzionali della Repubblica di San Marino. Si tratta, come viene precisato, “degli edifici che si trova sulla sinistra chi, dalla stazione della funivia, procede verso la Parva Domus”. In totale sono stati analizzati nove immobili, mappati utilizzando “le più aggiornate tecnologie a disposizione dei tre ricercatori”.
Dalle analisi condotte sono emersi dati utili a stimare le conseguenze di un eventuale sisma. In particolare, “sono emersi valori che hanno permesso di stabilire quali danni subirebbero in caso di terremoto e quali sarebbero, successivamente, i tempi e i processi necessari per sistemarli”, arrivando a formulare “una serie di soluzioni con tempistiche dai 10 ai 365 giorni”.
Tra gli effetti più rilevanti del lavoro, viene indicata la possibilità di estendere il metodo proposto anche ad altri contesti simili. L’articolo evidenzia infatti “la possibilità di utilizzare il metodo proposto in qualsiasi centro storico per effettuare scelte in grado di prevenire i possibili problemi e, in seguito a un eventuale sisma, indicare più rapidamente e in maniera precisa come reagire”.
La pubblicazione su Resilient Cities and Structures si inserisce in un percorso di ricerca avviato da tempo. Come ricordato nel testo, “l’analisi rappresenta un ulteriore passo nel percorso che negli ultimi dieci anni ha visto il sammarinese Forcellini studiare in maniera costante le caratteristiche dell’area UNESCO del Titano”. Tra le attività richiamate figurano “un primo rilievo in 3D effettuato nel 2016 nell’ambito di un progetto che ha coinvolto nove accademici”, seguito da un workshop conclusivo.
Più recentemente, nel 2024, è stata ricordata “la presentazione nella sede universitaria dell’Antico Monastero di Santa Chiara di uno studio su Palazzo Pubblico” e la successiva pubblicazione, “in collaborazione con la Società Unione Mutuo Soccorso (SUMS), del libro ‘La resilienza sismica a San Marino’”. Nel marzo scorso, infine, “un seminario con un ulteriore aggiornamento sulle attività che hanno portato alla pubblicazione su Resilient Cities and Structures (RCS)” ha completato il quadro di un lavoro di ricerca che continua ad approfondire il tema della sicurezza e della resilienza del centro storico del Titano.




