Sono stati posti agli arresti domiciliari i due soggetti che da circa quindici giorni si trovavano reclusi nel carcere dei Cappuccini in relazione all’inchiesta sulla mancata cessione della quota di maggioranza di Banca di San Marino a un investitore bulgaro. La notizia è stata riportata da San Marino RTV. La decisione arriva nell’ambito di un procedimento ancora in fase istruttoria, su cui l’autorità giudiziaria sammarinese mantiene il massimo riserbo.
L’indagine, su cui vige il massimo riserbo per la delicatezza della fase istruttoria, ipotizza i reati di amministrazione infedele, corruzione privata e riciclaggio. A occuparsene è un collegio di giudici inquirenti appositamente costituito, che ha già disposto anche diversi provvedimenti di sequestro legati al caso.
Secondo quanto emerso nelle scorse settimane, al centro della vicenda vi sarebbe una presunta tangente da un milione di euro, versata in due tranche da 500mila euro ciascuna, che sarebbe stata destinata a “facilitare” l’operazione di acquisizione della banca da parte di un fondo estero.
L’inchiesta, coordinata dal commissario della legge Francesco Santoni, punta a ricostruire i flussi finanziari e i rapporti intercorsi tra i protagonisti dell’operazione, allo scopo di chiarire l’origine e la destinazione delle somme.




