Bugli dall’assemblea Uip: “La parola più ripetuta è pace. Ma la pace non si ripete: si costruisce”

da | 8 Apr 2025

“La parola più ripetuta è pace. Ma la pace non si ripete: si costruisce.”

Tashkent, 7 aprile 2025 – In questi giorni a Tashkent, dove si sta tenendo la 150ª Assemblea dell’Unione Interparlamentare, c’è una parola che torna con costanza sulle labbra di tutti: pace. La si pronuncia con speranza, con cautela, con urgenza. Ma, come ha scritto Albert Camus, “la pace è l’unica battaglia che valga la pena combattere”. E allora vale la pena chiedersi: come si combatte, davvero, per la pace?

San Marino, con i suoi oltre sette secoli di diplomazia e indipendenza, non porta con sé eserciti, ma memoria. Non impone dottrine, ma testimonia. E qui, in un consesso che ospita delegazioni da tutto il mondo, abbiamo portato ciò che da sempre ci rende riconoscibili: la forza gentile del dialogo, il rispetto sacro per la persona, il valore vivo della democrazia.

Parlare di pace oggi significa molto più che evocare l’assenza di guerra. Significa, piuttosto, difendere il senso stesso della politica, riportandola nel suo perimetro naturale: il confronto, non lo scontro. Il compromesso, non l’estremismo. L’ascolto, non l’urlo. In un mondo dove anche le parole feriscono, dove le crisi economiche diventano armi sottili, serve un nuovo lessico della responsabilità. E serve, soprattutto, una pazienza diplomatica che sappia vedere lontano.

Qui si è discusso a lungo di temi di strettissima attualità come, del Sud Sudan, e delle tensioni tra il Presidente Salva Kiir e il Primo Vice Presidente Riek Machar che minacciano di far precipitare il paese in una nuova guerra civile, mettendo a rischio il fragile accordo di pace del 2018 . In Myanmar, il devastante terremoto del 28 marzo che ha colpito una nazione già lacerata da un conflitto interno, complicando ulteriormente gli sforzi di soccorso e intensificando le sofferenze della popolazione. Dei negoziati per un cessate il fuoco in Ucraina che affrontano ostacoli significativi, con la Russia che respinge le proposte statunitensi nella loro forma attuale, e del Medio Oriente, del dramma degli accordi sospesi tra logiche di potere e sofferenze umane.

Questi scenari evidenziano come la politica debba ritrovare la via del dialogo, allontanandosi da scontri e estremismi. La guerra non si combatte solo con le armi, ma anche con parole taglienti e crisi economiche che colpiscono i più vulnerabili. È fondamentale promuovere un confronto costruttivo che riconosca la dignità di ogni individuo.

In questo scenario, San Marino ha scelto di testimoniare con fermezza – anche davanti ai media locali – la propria posizione: la pace non può essere una resa, né una vittoria. Deve essere una giustizia condivisa, una dignità restituita ai popoli. È con questo spirito che abbiamo sempre promosso, in questa Assemblea, il dialogo con tutti, senza eccezioni. Ma senza mai rinunciare ai principi.

Eppure, proprio in questa assise, è emerso un segnale che vale la pena custodire: anche da parte di Paesi storicamente irrigiditi su posizioni di parte, si è colta una rinnovata esigenza di confronto vero, non più solo di forma. Forse, da momenti come questi, può nascere un piccolo mattone verso una casa comune. Forse, anche da qui, può germogliare un percorso.

San Marino, con la sua voce sobria e antica, ha saputo essere ponte. E il ponte, per definizione, non divide. Unisce.

È questo che ci viene riconosciuto sempre più spesso: non l’arroganza della forza, ma l’umiltà della coerenza.

Un Paese piccolo che, quando parla, viene ascoltato.

Perché porta con sé non una bandiera di parte, ma un simbolo vivo di democrazia.

“La pace non è un sogno: può diventare realtà. Ma per custodirla bisogna essere capaci di sognare.” — Nelson Mandela

Lorenzo Bugli – Membro del Consiglio Grande e Generale – Delegato UIP 

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