Durante il recente dibattito in Consiglio, Domani Motus Liberi ha votato a favore dell’urgenza per una legge che tutela le aziende del legno. Ma lo ha fatto lamentandosi di non essere stato informato prima. Fabio Righi, in particolare, ha parlato di una “mancata comunicazione” e ha chiesto spiegazioni su urgenza e contenuti. Il tutto, però, senza opporsi al provvedimento. Un controsenso.
Il vero nodo? La solita confusione sullo status doganale di San Marino. Righi ha sollevato dubbi: “Ma siamo dentro o fuori dal territorio doganale UE?”. Una domanda legittima… se non fosse che il suo partito ha sostenuto per anni un governo nato proprio per chiudere l’accordo con l’Unione Europea.
Beccari ha spiegato chiaramente (più volte) che San Marino resta “Paese terzo” ma entrerà nel mercato unico con regole su misura, come previsto dall’accordo e dal nuovo regolamento UE. Niente equivoci.
Anche Marco Falcone è stato netto: “L’accordo rafforza la cooperazione doganale e introduce meccanismi di revisione e confronto tecnico”. Tradotto: siamo dentro, ma con margini negoziabili.
E allora, viene da chiedersi: com’è possibile che, dopo aver governato per chiudere questo accordo, oggi Motus sembri così spaesato?
Forse la verità è semplice: non sono più “Liberi”, ma solo persi. E prima di parlare di competitività e mercato, sarebbe il caso di capire almeno dove si è e cosa si è votato.