Accordo di associazione con l’UE, Forcellini Reffi (DML): “Sì, ma facendo le cose per bene”

da | 26 Nov 2025

Nel dibattito politico sammarinese continua a essere centrale il tema dell’accordo di associazione con l’Unione Europea. Lorenzo Forcellini Reffi, presidente di DOMANI – Motus Liberi, interviene con una riflessione articolata dopo aver partecipato alla serata pubblica organizzata dal Governo per illustrare i contenuti dell’intesa, presentando una serie di considerazioni critiche e domande aperte.

In apertura, Forcellini osserva la distanza tra la narrazione istituzionale e il reale coinvolgimento della cittadinanza, dichiarando: “Sicuramente non ho apprezzato il continuo ed esplicito compiacimento rispetto ad una sala ‘piena’, sintomo inequivocabile – almeno a detta di chi parlava – dell’affezione della cittadinanza alla politica perché le cose non stanno così. La sala non era piena: molte delle persone presenti erano politici e addetti ai lavori.”
Secondo il presidente di DML, la partecipazione registrata non indicherebbe un rinnovato interesse verso la politica, ma confermerebbe che “a San Marino continuiamo ad avere un grave problema di disaffezione alla politica. Fare finta che così non sia per questioni di immagine non lo risolverà.”

Entrando nel merito dell’accordo, Forcellini ribadisce che il suo movimento ha richiesto più volte informazioni di dettaglio, rilevando che “la mia percezione generale è che nessuno, Governo compreso, abbia capito cosa significhi davvero per il nostro Paese associarsi all’Unione Europea.”
Ha apprezzato il tentativo dei relatori di rispondere a domande dirette, poiché “sono esattamente le domande che ci stiamo facendo da anni.” Tuttavia, giudica alcune risposte poco chiare, soprattutto sul fronte dei costi e dell’impatto sull’amministrazione pubblica.

Sul tema del personale necessario, osserva che “l’aumento stimato delle assunzioni nella PA del 4%, equivalente a 40 persone”, non coinciderebbe con i numeri reali dell’apparato pubblico: “Nella PA ci lavorano più di 4000 persone, il 4% corrisponde a 160.” Anche considerando il perimetro ristretto della PA non allargata, “i dati ci parlano di 2.233 assunti. Il 4% sono 90 persone: qualcosa non torna.”

Un altro punto riguarda la stima dei costi complessivi dell’associazione: “Ci hanno detto che questa associazione impatterebbe complessivamente nei cinque anni meno di un milione e mezzo di Euro sulle casse dello Stato.” Una previsione che Forcellini mette in discussione, ipotizzando un quadro significativamente più elevato: “Se consideriamo una media di 35.000 Euro annui su 90 persone […] il risultato è di più di tre milioni annui.”

Sul fronte della ratifica, il presidente di DML rileva alcune incertezze e invita alla prudenza: “Il Governo ha dichiarato che la ratifica dell’Accordo quasi certamente sarà in capo ai ventisette Paesi UE, ma che dobbiamo stare ‘tranquilli’, dal momento che tutti si sono detti d’accordo.” Una tranquillità che, secondo Forcellini, non sarebbe supportata da elementi oggettivi: “Se nel frattempo dovesse cadere il governo in uno dei ventisette e quello nuovo non fosse d’accordo? Mah…”

Si sofferma poi sulla questione del mercato unico, richiamando un passaggio dell’intervento governativo: “È stato detto che sarà un’occasione straordinaria per le imprese, che dopo la firma potranno raggiungere migliaia di clienti di un mercato più ampio.”
Tuttavia, ricorda che oggi “le Industrie Sammarinesi vendono all’interno dell’Unione Europea il 90% dei prodotti.” Da qui il dubbio su quali reali benefici aggiuntivi l’accordo possa garantire, se non la necessità di “commercializzare a parità di condizioni delle Aziende Europee.” Sul tema del regime doganale e del T2, sottolinea che “l’Accordo però non risolve di per sé il problema T2 e pare non lo risolva nemmeno un ipotetico passaggio al sistema IVA.”

Critico anche il giudizio sulle dichiarazioni relative alla riduzione della burocrazia e alla digitalizzazione, ambiti che – secondo Forcellini – non richiedono l’accordo europeo per essere sviluppati internamente: “Un Paese sovrano deve aspettare i tempi dell’UE o di chissà chi altro per comprendere che deve investire sulla digitalizzazione?”
Richiama inoltre alcune opportunità non colte: “Perché le opportunità che San Marino aveva concretamente sul tavolo (Amazon, EnelX, Alpitour, Hard Rock, solo per citarne alcune) sono state rifiutate?”

Sulla questione del referendum, Forcellini ribadisce la necessità di una legittimazione popolare: “La percezione è che non si comprenda la necessità di una legittimazione popolare.”

L’intervento si conclude con un commento sulle parole del Segretario Beccari, che aveva espresso sorpresa per i cittadini che ricorrono a passaporti esteri per accedere ai servizi europei: “Al di là dell’Accordo di Associazione, chi avrebbe dovuto preoccuparsi […] di fare in modo che i Sammarinesi con passaporto sammarinese potessero accedere ai servizi Europei o allo SPID tramite accordi appositi, se non la Segreteria Esteri?”

Forcellini sintetizza così il suo giudizio complessivo sulla serata: “Da queste poche righe, credo si comprenda facilmente che la serata mi ha lasciato più domande che risposte.”
Ribadisce infine la posizione di DML: “L’Europa deve essere un’opportunità, ma è NECESSARIO sapere quale opportunità.” E, citando Enzo Merlini, domanda: “Si va in Europa perché dobbiamo o perché lo vogliamo?”

La risposta del movimento – conclude – rimane coerente: “Ci vogliamo andare, ma facendo le cose per bene. Non per ‘tentare l’avventura’ e poi uscire dal retro se non ci piace.”

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