Accordo con l’UE, Renzi (RF): “Necessario per San Marino, ma la cricca radicata non lo vuole”

da | 25 Giu 2025

“Da tanti anni parliamo di accordo di associazione a San Marino: sarà la volta buona? Si firma o non si firma?” – Insider intervista Nicola Renzi, Presidente Gruppo Consiliare di Repubblica Futura, già Segretario di Stato per gli Affari Esteri e attuale componente della delegazione SM presso il Consiglio d’Europa.

“Da tanti anni parliamo di accordo di associazione a San Marino: sarà la volta buona? Si firma o non si firma?”

Guardi, conosco troppo bene i meccanismi della UE per rispondere a questa domanda! Quante volte siamo partiti da San Marino per i negoziati a Bruxelles con delle idee di merito e di tempistiche e siamo tornati con decisioni completamente diverse. La complessità del funzionamento delle istituzioni europee rende fare previsioni difficilissimo. Certo dobbiamo far comprendere anche alla UE che non possiamo più permetterci queste lungaggini.

É emerso recentemente che ci sarà l’esigenza di un addendum per riuscire ad arrivare ad una firma. Se lo aspettava? É soddisfatto?

Le risposte devono essere chiare: il primo è un si, il secondo è un no. Mi spiego. Da sei anni ripeto a tutti gli interlocutori che il tema della vigilanza bancaria (e di tutti gli altri aspetti finanziari ad essa correlati) sarebbe stato il vero tema sensibile. Ne avevamo avuto infinite testimonianze mentre negoziavamo l’accordo. Dunque tale tema purtroppo non si è voluto o non si è saputo risolvere ed i nodi sono venuti al pettine. Da qui la soluzione dell’addendum. Non può soddisfarci questo passaggio, avremmo preferito di gran lunga che tutto fosse risolto e stabilito dentro l’’accordo.

Ma allora perchè siamo arrivati a questo punto?

Semplice: perchè ci sono alcune sensibilità radicate, anche nel Governo, che pensano all’accordo come uno strumento gattopardesco: cambiare tutto per non cambiare nulla. Forze che vogliono perpetuare il loro potere in un ambito ristretto come quello della Repubblica e che non vogliono davvero la concorrenza, il confronto, le prassi internazionali che andrebbero verso il riconoscimento del merito e la moltiplicazione delle opportunità per i cittadini. Insomma, se vuole semplificare: è colpa di una cricca ramificata, a voce favorevole all’accordo, nei fatti pronta a tutto per ritardarne gli effeti se non per boicottarlo. Sia chiaro, non parlo di chi ha posizioni politiche storiche e consolidate di scetticismo verso l’accordo. E per essere ancora più chiaro mi lasci dire che tra questi personaggi non annovero neppure il Segretario Beccari, cui riconosco invece lealtà nel sostenere il dossier.

Ma allora cosa non ha funzionato?

Purtroppo non siamo stati coinvolti negli anni come avremmo voluto, ma questa è una scelta legittima del Governo. Poi mi lasci dire: non è accettabile dover registrare posizioni significative di Stati membri -per giunta a noi prossimi- circa il testo dell’accordo, senza che nel tempo le nostre controparti istituzionali, la Segreteria alle Finanze e la Banca Centrale, abbiano compreso e previsto la cosa. Non voglio dire altro però. Questo non è il momento di fare valutazioni retrospettive, oggi è il momento di lavorare duro nella stessa direzione.

Dunque se il clirifying addendum non la soddisfa, la firma deve essere ritardata o bloccata?

Questo è quello che dice, o che vuole far credere la cricca. Che mi pare particolarmente ingaggiata, spesso in una lotta di disinformazione. Sa cosa le dico: proprio perchè il clirifying addendum non mi soddisfa, dobbiamo firmare il prima possibile, per fare molto velocemente i passi successivi: negoziare direttamente con l’Italia un rilancio definitivo delle nostre relazioni che passano anche ed inderogabilmente da un nuovo sviluppo integrato ed internazionalizzato del nostro settore bancario-finanziario. Insomma: firmiamo il prima possibile e continuiamo il duro lavoro che ci attende.

Dunque la firma sarà un inizio e non un arrivo.

Esatto! Repubblica Futura è pronta ad impegnarsi in una campagna informativa verso la cittadinanza ed ancor più a cogliere la sfida di dare il nostro contributo per la nuova negoziazione che si aprirà. Ho già fissato in un precedente intervento, pubblicato
l’Informazione (che ringrazio) l’obiettivo. Stabilire un nuovo accordo sul sistema bancario e finanziario con l’Italia che passi anche attraverso l’investimento di un primario istituto bancario italiano a San Marino. Poi arrivare fino a ridefinire la parte economica della convenzione del 39. Questo, possibile solo nella cornice e con le garanzie all’accordo di associazione all’Ue segnerà un passaggio epocale nella nostra collocazione internazionale. Segnerà l’inizio di un nuovo ciclo, visto che uno sta ormai stancamente e fortunatamente finendo.

Insomma rimane profondamente favorevole all’accordo.

Certo! Sempre di più. Bisogna che riusciamo a far capire una cosa: è da dentro gli organismi internazionali e quelli sovranazionali che si può contare qualcosa, non fuori. É avendo un posto a tavola che si può sperare di dire la propria. Precludersi queste possibilità significherebbe risprofondare in un isolamento che abbiamo provato solo pochi anni fa e dal quale stiamo ancora cercando di uscire definitivamente. A chi pensa che possiamo fare a meno dell’accordo dico di dare una occhiata a cosa sta succedendo ad un altro piccolo Stato vicino a noi…

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