Bilancio, via libera con 36 sì e 14 no. Si chiude la sessione consiliare di dicembre

da | 19 Dic 2025

Arriva in mattinata il via libera alla legge di Bilancio 2026. Prima del voto finale, l’Aula ha approvato un ordine del giorno, firmato da tutte le forze politiche, dedicato alla “valorizzazione di aree strategiche, l’accessibilità veicolare e pedonale del centro storico e sul collegamento pedonale dei diversi livelli urbani della Città di San Marino”.

Matteo Casali (Repubblica Futura) ha rivendicato il lavoro costruito “nell’ombra” dai gruppi: “Voglio ringraziare sentitamente tutti i gruppi di lavoro che hanno operato nell’ombra per confezionare oltre sessanta emendamenti; noi siamo in front office, ma molte persone dedicano il proprio tempo libero a queste proposte”. Al centro, la richiesta di uno studio di fattibilità: “Chiediamo uno studio di fattibilità che produrrà dei risultati, positivi o negativi che siano, per intraprendere un percorso. La pianificazione territoriale è un’attività proiettata in un tempo non breve, ma medio o lungo”. Dalla maggioranza, Filippo Tamagnini (PDCS) ha come l’intento sia di collegare i vari piani urbani presenti a San Marino Città e “collegarli per facilitare la salita pedonale, ottimizzando i parcheggi nei livelli inferiori”. E ha fissato un orizzonte operativo: “Sebbene nove mesi siano un tempo ristretto, lo riteniamo adeguato per avere una prima risposta dal consiglio”. Mirko Dolcini (D-ML) ha definito l’atto “proiettato nel tempo” ma urgente nello start: “Lo studio di fattibilità deve essere rapido per dare concretezza a questa volontà condivisa”, arrivando ad auspicare “un collegamento ancora più veloce tra il centro città e Borgo Maggiore”. L’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità con 44 voti favorevoli.

Il clima si è però fatto più duro nelle dichiarazioni di voto sul bilancio. Nicola Renzi (Rf) ha parlato di “un bilancio che definisco non positivo”. Per RF, la manovra è “scarna” e priva di due obiettivi: “una seria spending review e un piano per lo sviluppo”, riducendosi a “un elenco di numeri”. Renzi ha attaccato i “tagli lineari raffazzonati”, la sottostima sul bilancio ISS, l’assenza di risposte su “calo e invecchiamento demografico”, e ha denunciato un governo “arrivato alla fase del tirare a campare”.

Sulla stessa linea Fabio Righi (D-ML), che ha contestato “il metodo di arrabattare soluzioni all’ultimo secondo” e una finanziaria che, a suo dire, “si limita alla gestione dell’ordinario con tagli lineari e blocco degli investimenti”. Il bilancio, per Righi, “mette le mani in tasca ai cittadini aumentando le tasse” e rivela “totale incapacità di risolvere un problema sistemico”.

Emanuele Santi (Rete) ha definito il documento “molto negativo” perché “continua a chiudere con deficit strutturali”, puntando il dito sul debito e sugli interessi: “Una spesa per interessi che raggiungerà i 57 milioni nel 2026”, oltre all’aumento dei dipendenti pubblici “di 369 unità in tre anni”. Rete ha rivendicato “piccoli segnali” ottenuti con gli emendamenti concordati: “La rivalutazione degli assegni familiari in base all’inflazione”, “cinquantamila euro per le borse di studio”, fondi per l’accesso del tribunale a banche dati internazionali e l’impegno per la legge contro le molestie sessuali.

Dalla maggioranza, Massimo Andrea Ugolini (PDCS) ha sostenuto che il bilancio “riesce a trovare un equilibrio” senza misure “straordinarie o patrimoniali”, portando “il deficit iniziale di 36 milioni” a “una stima prudenziale di 13 milioni”, con l’auspicio di “arrivare al pareggio o all’avanzo”. Ugolini ha citato anche l’upgrade delle agenzie di rating e ha elencato interventi su infrastrutture, sanità e turismo. Giovanna Cecchetti (indipendente) ha rivendicato “massimo senso dello Stato e responsabilità” in una “situazione finanziaria estremamente complessa”, sottolineando di aver preservato “le risorse destinate al welfare”, mentre Paolo Crescentini (PSD) ha parlato di “documento tecnico e ordinato” e di deficit “sensibilmente diminuito”. Michele Muratori (Libera) ha rilanciato una lettura ancora più ottimista: “ridurre il progetto di bilancio a circa 3 milioni di deficit” grazie a “un intervento massiccio di riparametrazione”. Gian Nicola Berti (AR), pur annunciando voto favorevole, ha denunciato un “grave attentato alla libertà democratica” e un “ricatto” delle forze di opposizione che “dura ormai dal 2008”. Il bilancio è stato infine approvato con 36 voti favorevoli e 14 contrari.

Chiusa la partita contabile, l’Aula è passata alle ratifiche dei Decreti. È stato ratificato con 28 voti favorevoli il Decreto Delegato 17 ottobre 2025 n.126. Il Segretario di Stato Andrea Belluzzi ha spiegato il trasferimento delle funzioni dei corsi di seconda formazione dal CFP all’ULPA per “rafforzare le politiche attive per il lavoro” e programmare corsi “più mirati e coerenti con le dinamiche occupazionali”. È seguito il Decreto Delegato 17 ottobre 2025 n.127 sulla revisione delle unità organizzative della Funzione Pubblica, ratificato con 26 favorevoli e 10 contrari: Belluzzi ha collegato il passaggio anche al percorso UE e all’idea di “sviluppare un ufficio nazionale di statistica”.

Molto più acceso lo scontro sul Decreto Delegato 3 dicembre 2025 n.148 sulla digitalizzazione degli atti giudiziari. Il Segretario Stefano Canti ha spiegato l’estensione dell’obbligo di deposito telematico su piattaforma e l’obiettivo di “sburocratizzazione”, ma l’opposizione ha contestato deleghe, metodo ed effetti: Enrico Carattoni (Rf) ha parlato di “norme Frankenstein” e Antonella Mularoni (Rf) di rischio “caos totale”. La tensione è salita sull’emendamento governativo che interveniva anche sul penale: Carattoni ha denunciato: Una persona potrebbe finire in carcere subito dopo il secondo grado” prima che possa ricorrere in terza istanza, una scelta definita “inaccettabile”. Santi (Rete) e il resto dell’opposizione hanno chiesto di sospendere i lavori, e dopo un Ufficio di Presidenza la discussione del comma è stata effettivamente sospesa e rimandata alle prossime convocazioni.

Il Consiglio ha poi ratificato con 43 voti favorevoli il Protocollo di modifica dell’Accordo con l’Unione Europea sullo scambio automatico di informazioni finanziarie: il Segretario Luca Beccari lo ha definito un adeguamento “prettamente tecnico” che aggiorna anche “criptovalute”, “token virtuali” e il “crypto asset reporting framework”, con entrata in vigore dopo la ratifica sammarinese nel 2026. La seduta si è chiusa qui, con l’annullamento delle convocazioni per la settimana successiva.

Condividi su:

Puoi leggere questo articolo gratuitamente grazie al contributo di

Articoli correlati

Panoramica privacy
Insider.sm

Questo sito utilizza i cookie per offrirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie vengono memorizzate nel tuo browser e svolgono funzioni essenziali, come riconoscerti quando torni sul nostro sito e aiutare il nostro team a capire quali sezioni trovi più interessanti e utili.

Cookie strettamente necessari

I cookie strettamente necessari dovrebbero essere sempre attivati per poter salvare le tue preferenze per le impostazioni dei cookie.