A Rimini continuano ad arrivare cartelle dell’Agenzia delle Entrate indirizzate a pensionati che hanno lavorato per una vita come frontalieri nella Repubblica di San Marino. Una situazione che coinvolge persone anziane, chiamate oggi a confrontarsi con richieste fiscali complesse, retroattive e di importo rilevante, con ricadute evidenti sul piano della serenità personale e familiare.
Nel documento diffuso dall’A.F.I.S. viene evidenziato come si tratti di “persone anziane che oggi si ritrovano a gestire richieste fiscali complesse, retroattive e molto onerose, con grande preoccupazione ed incertezza”. Un tema che, come sottolineato dall’associazione, non è nuovo, ma che continua a rimanere irrisolto per chi ne subisce direttamente le conseguenze.
“Da tempo il tema è noto e se ne discute da anni, ma chi è coinvolto ha bisogno di risposte chiare e, soprattutto, di soluzioni operative”, si legge nel testo, che richiama l’attenzione sulla distanza tra il dibattito istituzionale e le difficoltà concrete vissute dai pensionati frontalieri.
Nel comunicato viene rimarcata la necessità di superare prese di posizione generiche. “Non servono dichiarazioni generiche”, afferma l’A.F.I.S., precisando che “servono azioni concrete, serve un intervento politico e tecnico coordinato, serve tutela immediata per i pensionati frontalieri di San Marino”. Una richiesta che chiama in causa direttamente le istituzioni competenti, sia sul piano politico sia su quello amministrativo.
L’associazione sollecita un intervento in tempi rapidi, chiedendo alle autorità di farsi carico di una fase particolarmente delicata per i cittadini coinvolti. Nel documento si sottolinea l’urgenza “di accompagnare i cittadini in questa fase, evitando che chi ha lavorato onestamente per decenni si trovi esposto a conseguenze ingiuste o sproporzionate”.
Accanto alla richiesta di soluzioni istituzionali, l’A.F.I.S. rivolge anche un appello diretto ai pensionati e alle loro famiglie. “Per questo invitiamo tutti i pensionati coinvolti (e le loro famiglie) a non restare soli”, si legge nel comunicato, che indica nella partecipazione associativa uno strumento di tutela concreta. L’obiettivo è “unirsi all’associazione, condividere la propria situazione e fare fronte comune”, perché, come viene evidenziato, “è il modo più efficace per ottenere ascolto, assistenza ed una soluzione equa”.
Il testo si conclude ribadendo il valore dell’azione collettiva nel dialogo con le istituzioni, ricordando che “insieme si è più tutelati e più forti nel dialogo con le istituzioni”. Il documento è firmato dal Direttivo A.F.I.S., che conferma l’impegno dell’associazione nel seguire e sostenere i pensionati frontalieri coinvolti nella vicenda.




