Bilancio 2026: nella notte approvati gli articoli dall’1 al 4. Respinti gli emendamenti delle opposizioni

da | 17 Dic 2025

Volge al termine – nella seduta serale di martedì 16 dicembre 2025 del Consiglio Grande e Generale – il dibattito generale attorno al Rendiconto generale dello Stato 2024 e al Bilancio di previsione 2026-2028. 

Luca Lazzari (PSD) afferma che il bilancio mostra conti in equilibrio ma ancora fragili, con margini di manovra ridotti e una spesa rigida che impone grande attenzione nelle scelte. Riconosce il valore delle promozioni di rating e del lavoro svolto tra prima e seconda lettura, con la riduzione del disavanzo da 36 a 13 milioni. Per il PSD il nodo centrale resta lo sviluppo: serve un’agenda per la crescita basata su investimenti solidi, settori innovativi e una visione che vada oltre il 2026.  Giuseppe Maria Morganti (Libera) osserva che il bilancio, pur definito tecnico, è sempre più rigido e fortemente condizionato da una spesa corrente che assorbe circa il 95% delle risorse, riducendo gli spazi per politiche di sviluppo e sociali. Invita a individuare poche priorità strategiche su cui concentrarsi nel 2026, indicando tra queste il progetto europeo, l’apertura del sistema bancario, lo sviluppo territoriale, la ricerca e la ristrutturazione della spesa e del debito. Conclude affermando che, grazie al miglioramento dei giudizi internazionali, oggi esistono le condizioni per modernizzare il Paese, a patto di puntare su sviluppo, capitale umano e stabilità politica.  Massimo Andrea Ugolini (PDCS) rivendica la coerenza della maggioranza nel metodo adottato, basato su un bilancio a impostazione tecnica e su progetti di legge specifici, evitando norme omnibus ed eccesso di decretazione. Sottolinea che la maggioranza ha lavorato con il Governo per correggere l’impostazione della prima lettura, riducendo spese come consulenze e capitoli non indispensabili. Apre al confronto con l’opposizione su riforme chiave da affrontare nel 2026, dalla famiglia alla sanità, dallo sport ai beni culturali, chiedendo un dibattito ordinato e costruttivo. 

20251216 – Consiglio Grande e Generale – Report martedì 16 dicembre 2025 sera

Spazio quindi alle repliche. Il Segretario di Stato Marco Gatti respinge l’idea che lo sviluppo di un Paese passi dal bilancio, sostenendo che è solo uno strumento e che la crescita nasce soprattutto da norme ordinate e da un contesto stabile favorevole alle imprese. Secondo Gatti, il Governo ha scelto di evitare “calderoni”, puntando su leggi settoriali e su una gestione responsabile della spesa, che ha restituito fiducia e stabilità ai conti pubblici. Sottolinea che, nonostante una spesa più elevata rispetto al passato, oggi entrate e uscite correnti sono in attivo e l’economia cresce, anche grazie a regole avanzate su nuovi settori come blockchain e finanza digitale. Conclude richiamando l’attenzione sul tema pensionistico, che va monitorato con prudenza per tutelare le fasce più deboli nel medio-lungo periodo. Iro Belluzzi (Libera) auspica un superamento dello scontro sterile, che rischia di produrre giorni di dibattito “sul nulla” senza risposte concrete per i cittadini. Sottolinea che la politica deve evitare atteggiamenti difensivi e tornare a rappresentare la cittadinanza in modo responsabile. Gaetano Troina (D-ML) accusa il Governo di minimizzare le divisioni emerse in comma “comunicazioni” e di presentare il bilancio come privo di problemi. Contesta la narrazione di un esecutivo compatto e denuncia l’assenza di progetti di legge sostanziali, al di là della riforma IGR, nonostante gli annunci ripetuti. 

Nicola Renzi (RF) chiarisce che l’opposizione non contesta l’uso dei decreti in sé, ma l’abuso di deleghe troppo ampie e poco circoscritte, mentre ritiene accettabile una decretazione con limiti chiari e scadenze definite. Contesta che si parli di spending review, sostenendo che in questa finanziaria ci siano solo “tagli lineari” e non una vera revisione strutturale della spesa. Matteo Casali (RF) definisce il clima politico “surreale” e mette in dubbio la credibilità dell’invito a rimandare il confronto ai progetti di legge, richiamando l’esperienza dell’anno precedente sul PDL sviluppo. Rivendica quindi il diritto dell’opposizione di presentare proposte in Aula. Emanuele Santi (Rete) elenca una serie di criticità: l’emergenza abitativa, le difficoltà dei giovani e l’assenza di risposte su casa, legalità e imprenditorialità giovanile, temi che ritiene non rinviabili a promesse future. Sottolinea che le tensioni emerse restano evidenti e che anche in maggioranza si riconosce una spesa ancora elevata e poco efficiente. Fabio Righi (D-ML) ricorda che nella scorsa legislatura sono state approvate numerose norme a favore delle imprese e dell’innovazione. Accusa il Governo di non avere una visione chiara del Paese e di limitarsi a “sistemare i soldi” senza indicare priorità strategiche, come sull’intelligenza artificiale e sulle infrastrutture digitali necessarie. Sottolinea le contraddizioni su temi come il cloud e denuncia le divisioni interne alla maggioranza. 

Successivamente l’aula mette in votazione il Progetto di Legge “Rendiconto Generale dello Stato e degli Enti Pubblici per l’esercizio finanziario 2024”, approvato con 36 voti favorevoli e 14 contrari. 

Inizia l’esame dell’articolato del Bilancio di previsione 2026-2028. 

L’articolo 1 raccoglie un pacchetto ampio di proroghe e differimenti di termini, alcune modifiche puntuali di legge e il rinnovo dei termini per l’adozione di decreti delegati già previsti da norme precedenti. Le opposizioni contestano il metodo, definendolo di fatto un “articolo omnibus” che concentra in un unico articolo molte materie diverse, riducendo trasparenza e dibattito consiliare.  Sul merito, D-ML presenta un emendamento abrogativo (respinto) per eliminare il comma 18; propone inoltre tre emendamenti aggiuntivi (commi 40, 41 e 42, tutti respinti): una delega per riformare e rendere misurabile il sistema degli incentivi alle imprese; una delega per individuare professionalità strategiche per cui superare il tetto retributivo dei 100.000 euro con obiettivi e responsabilità; una delega per creare un’infrastruttura centralizzata a supporto di Stato e imprese.

L’articolo 2 riguarda la partecipazione di San Marino all’aumento di capitale della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS): con l’emendamento del Governo l’impegno viene rimodulato rispetto alla prima impostazione, privilegiando una quota più sostenibile (270.000 euro complessivi in 5 anni, cioè 54.000 euro l’anno) invece dell’aumento della Banca Mondiale/IBRD da 1,3 milioni”. D-ML presenta un emendamento abrogativo (respinto) sostenendo che anche 270.000 euro andrebbero destinati prima a bisogni interni; propone inoltre, in chiave alternativa, di puntare su canali con ricadute più dirette come arbitrati/ICSID e una camera arbitrale per attrarre investimenti.

L’articolo 3 disciplina le modalità con cui lo Stato può reperire risorse tramite finanziamenti nazionali o internazionali, emissione di titoli del debito pubblico e gestione della loro circolazione sul mercato secondario interno. D-ML propone un emendamento modificativo (respinto) per chiarire che caratteristiche, durata e rimborso dei titoli debbano essere definiti di volta in volta tramite Decreti Delegati, così da garantire flessibilità e regolamentazione puntuale di ogni emissione. Rete presenta un emendamento aggiuntivo (respinto) volto a migliorare la gestione del debito, chiedendo l’introduzione di una call option nei nuovi finanziamenti internazionali, per consentire il richiamo anticipato di titoli già in essere ed evitare sovrapposizioni di interessi. L’obiettivo dichiarato delle opposizioni è ridurre il costo complessivo del debito e rendere più efficiente la strategia finanziaria dello Stato.

Repubblica Futura propone un articolo aggiuntivo che impegna il Congresso di Stato a predisporre entro il 30 giugno 2026 un documento di programmazione economico-finanziaria quinquennale, con l’obiettivo di ridurre lo stock di debito pubblico di almeno il 6%. Il testo chiede che il piano contenga misure concrete, con stime di maggiori entrate o minori uscite e, dove possibile, l’impatto stimato sulla crescita, prevedendo inoltre discussione in Commissione Finanze. RF e le altre opposizioni lo presentano come “a costo zero” e come segnale di serietà e condivisione, richiamando le raccomandazioni del FMI; la maggioranza lo respinge, e le opposizioni criticano l’assenza di un vero strumento di programmazione e la “navigazione a vista” nella gestione del debito. Un altro emendamento di RF collega il rimborso dei titoli irredimibili alla piena informazione, chiedendo che il Congresso di Stato riferisca preventivamente in Commissione Finanze. RF propone di vincolare il rimborso a una relazione chiara sugli indirizzi strategici di Cassa di Risparmio, sul piano industriale, su eventuali fusioni o vendite e sugli asset bancari esteri detenuti. Inoltre, RF propone di modificare il decreto sull’ODS (Organismo di Gestione), stabilendo che il suo mandato si concluda solo dopo il completo rimborso delle ABS garantite dallo Stato e l’estinzione dei crediti ceduti da soggetti pubblici. Tali emendamenti sono respinti.

Nel finale viene discusso e approvato l’Art. 4: Convenzionamenti per prestiti agevolati. Respinto un emendamento di D-ML. 

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