Consiglio Grande e Generale, tensioni in maggioranza attorno alla “questione morale”

da | 15 Dic 2025

I lavori del Consiglio Grande e Generale, nella seduta pomeridiana di lunedì 15 dicembre 2025, ripartono dal comma “Comunicazioni”, con forti tensioni e scambi di accuse anche all’interno della maggioranza.

QUI IL REPORT INTEGRALE A CURA DI ASKANEWS.

Michele Muratori (Libera) critica i toni di Repubblica Futura, giudicati spesso “sopra le righe” e sostiene che sia ingeneroso negare i passi avanti su territorio, transizione energetica e rifiuti. Conclude dicendo che Libera intende proseguire con correttezza e coerenza, senza farsi trascinare in “giochini”. “Noi – afferma Muratori – non abbiamo nessuna necessità di parlare oggi di strategie o di logiche per la prossima legislatura. Inviterei tutti a ragionare di più su questa legislatura, senza fare troppi calcoli”. Secondo Alice Mina (PDCS) “dovremmo essere proiettati verso i prossimi quattro anni di lavoro con determinazione, con visione, con la volontà di portare avanti progetti concreti e riforme importanti”. Invece “siamo qui a scambiarci frecciatine, scuse, avvertimenti, parliamo di verifiche di maggioranza, di posizionamenti per futuri governi, arriviamo a dirci che non ci sarebbero le condizioni per andare avanti”. Mina respinge le illazioni che tentano di trascinare la Democrazia Cristiana in una “nuova questione morale” e afferma che, se emergessero fatti reali, lei e i colleghi non avrebbero problemi a denunciarli. Infine invita a preservare la dignità del confronto istituzionale e a scegliere la responsabilità, la mediazione e la stabilità come base della credibilità delle istituzioni. Matteo Casali (Repubblica Futura) si sofferma sul tema delle “narrazioni”. Sostiene che quando la narrazione non regge subentra il “segreto”, e indica la vicenda Banca di San Marino come caso emblematico, con arresti e sviluppi su cui, a suo dire, “nessuno può dire niente”. Dice di non capire la distinzione tra “questione morale nuova e vecchia” evocata nel dibattito e torna sul caso Symbol: afferma che l’opposizione è favorevole al progetto ma pretende controlli. Giulia Muratori (Libera) afferma che la questione morale per Libera è un principio fondativo e che il problema nasce quando viene evocata “a seconda delle proprie necessità”, generando un messaggio negativo verso l’esterno. Sulla vicenda Banca di San Marino e i mediatori finiti sotto indagine, sostiene che in aula bisogna essere consapevoli che chiedere informazioni pubblicamente può esercitare, anche involontariamente, pressione su autorità che stanno lavorando, e invita a mantenere fiducia nelle istituzioni preposte. Sara Conti (Repubblica Futura) si sofferma sul tema del Piano Regolatore Generale e sostiene che non sia una questione di metodo ma di visione: il PRG, dice, definisce “che Paese vogliamo essere nei prossimi trent’anni”. Accusa Libera e il Segretario Ciacci di rinunciare a un PRG unitario sostituendolo con piani tematici e interventi settoriali.

Il Segretario di Stato Teodoro Lonfernini interviene sostenendo che le questioni di maggioranza non si risolvono nel comma comunicazioni e critica i “messaggi ambigui” che, a suo dire, arrivano anche da componenti della maggioranza. Riprende gli inviti alla responsabilità formulati da Alice Mina e Giulia Muratori e richiama il ruolo dell’opposizione, che definisce provocatorio ma con un limite oltre il quale si scivola nel “sentito dire”. Per questo dice alla maggioranza e anche a colleghi di governo che, se davvero non ci sono più condizioni, lo si dica formalmente ai Capitani Reggenti o in Congresso di Stato, dichiarando esplicitamente la crisi. Conclude giudicando la seduta “un pessimo esempio” e una perdita di tempo e risorse dei contribuenti. Silvia Cecchetti (PSD) riprende la questione morale sostenendo che la politica deve occuparsene nella misura in cui deve dotarsi di strumenti per verificare la solidità degli investimenti, rispettando le autonomie degli organismi competenti, perché in un piccolo Stato il danno reputazionale può essere irreversibile. Indica come fattori che possono aiutare il Paese l’Accordo di associazione con l’UE e un memorandum con Banca d’Italia sulla vigilanza. Dice che il PSD lavora per soluzioni concrete e dichiara di non condividere la parte dell’intervento del Segretario di Stato Pedini Amati in cui si paventa una crisi di governo, ribadendo gli impegni della maggioranza su accordo con l’UE, equilibrio di bilancio, debito pubblico e strumenti di crescita. Denise Bronzetti (AR) critica l’idea di trasformare il confronto in una “gara a chi è più pulito” e invita a leggere gli interventi critici anche di membri del governo come richiami alla prudenza su una vicenda – quella di Banca di San Marino – che ha avuto eco anche sulla stampa non locale. Esprime preoccupazione per il messaggio che rischia di passare all’esterno, cioè quello di un’economia opaca e legata al segreto bancario, che potrebbe allontanare investitori seri, nonostante i percorsi di trasparenza riconosciuti da organismi internazionali. Conclude chiedendo maggiore condivisione interna: non deve accadere che su scelte cruciali “qualcuno sa” e altri restano all’oscuro, perché così “non può funzionare”

Il Segretario di Stato Federico Pedini Amati interviene per chiarire di non avere mai chiesto una crisi di governo, ma di avere segnalato l’esistenza di problemi nei rapporti tra governo e maggioranza. Si dice stupito dall’intervento della presidente del Psd, Silvia Ceccheti: “quando si prende una posizione del genere di fronte a tutta l’aula consiliare, qualche problema all’interno del partito sicuramente c’è”. Spiega che il senso del suo intervento è la necessità che, dopo un anno e mezzo, il governo definisca un vero piano di sviluppo del Paese e non si limiti a rincorrere emergenze e dossier imprevisti. Per questo ritiene indispensabile una verifica di maggioranza o di governo, vista come occasione di rilancio. Carlotta Andruccioli (D-ML) sostiene che la questione morale non è stata sollevata dall’opposizione, ma da esponenti della maggioranza già nella scorsa sessione, e respinge l’idea che l’opposizione stia strumentalizzando il dibattito. Afferma che, sulla vicenda Banca di San Marino, le richieste di chiarimenti e trasparenza sono legittime. Critica il silenzio del governo, definito “assordante”, e giudica insufficiente la risposta fornita in Commissione segreta. Chiede che si vada fino in fondo nel fare chiarezza su pressioni e responsabilità e richiama l’attenzione sul danno di immagine internazionale per il Paese. Il Segretario di Stato Luca Beccari, sulla questione morale, afferma che San Marino non ha ancora compiuto il pieno salto culturale necessario e che la politica non deve sostituirsi agli organismi indipendenti chiamati a valutare vicende giudiziarie e investimenti. Avverte che un atteggiamento politicizzato rischia di danneggiare la credibilità verso gli investitori stranieri e di trasformare ogni opportunità di sviluppo in una semplice battaglia politica.

Giovanni Zonzini (Rete) descrive il dibattito come un “teatrino” interno alla maggioranza, segnato da smentite reciproche e contraddizioni. Respinge l’accusa di fare “gli investigatori della domenica” e spiega che le informazioni portate in aula sul caso Symbol e sulla figura del console derivano da fonti aperte e dalla stampa internazionale. Precisa che l’opposizione non chiede di bloccare investimenti, ma di valutare l’opportunità che una persona con un profilo reputazionale discusso continui a rappresentare San Marino all’estero. Aida Maria Adele Selva (PDCS) afferma che i Segretari di Stato non possono essere “battitori liberi”, ma devono rispondere al partito, alla maggioranza e agli elettori, ricordando che in democrazia decide la maggioranza, anche se può sbagliare e correggersi nel tempo. Sulla vicenda bancaria osserva che esiste un procedimento in corso e che il segreto istruttorio va rispettato, giudicando doveroso il comportamento delle istituzioni preposte. Sulla questione morale afferma che, se ci sono state pressioni indebite, devono emergere nomi e responsabilità individuali, evitando di generalizzare. Mirko Dolcini (D-ML) dà lettura di un Odg per impegnare il Congresso di Stato ad attivare con urgenza tutte le iniziative necessarie per verificare l’eventuale esistenza di pressioni o interferenze improprie, ad accertare responsabilità e condotte nel rispetto delle competenze dei diversi poteri, ad adottare eventuali azioni legali o amministrative a tutela dello Stato e delle istituzioni, a rafforzare le garanzie di autonomia e trasparenza degli organi di controllo e a riferire tempestivamente al Consiglio sugli esiti delle verifiche.

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