Nel comunicato diffuso il 29 novembre 2025, l’Associazione Nazionale per la Tutela dell’Ambiente e della Vita Rurali descrive una situazione ritenuta sempre più critica sul territorio riminese, dove – secondo quanto riportato – si starebbe registrando un aumento degli attacchi da parte dei lupi. L’Associazione sostiene che “gli attacchi dei lupi a Rimini si moltiplicano, ma la Regione Emilia Romagna continua a non richiedere la loro cattura/abbattimento come previsto da ISPRA”, e richiama l’attenzione sulle preoccupazioni dei residenti e sui possibili riflessi sul turismo.
Il comunicato ricostruisce diversi episodi recenti. Viene ricordato, ad esempio, che “a Torre Pedrera, Rimini, nello scorso ottobre una coppia di lupi aveva avvistato una persona a passeggio con il suo cane (…) Niente da fare, la cagna era allora fuggita ma era stata raggiunta e morsa a una zampa”, evento dal quale era comunque riuscita a salvarsi. I proprietari, viene riportato, avevano commentato: “Come si può andare avanti in questo modo? E’ assurdo che nessuno corra ai ripari”.
L’Associazione cita poi un episodio avvenuto in agosto, quando un cane da guardiania era stato ucciso: “Nel giro di due mesi i lupi hanno già ucciso almeno dieci cani… le istituzioni locali e regionali hanno sottovalutato il pericolo, bisogna intervenire prima che la situazione sfugga di mano”.
Particolare rilievo viene dato a un fatto più recente, avvenuto nella notte tra il 24 e il 25 novembre nella zona di Corpolò di Rimini. Il comunicato riporta che una residente, aprendo la porta di casa per far uscire i propri cani, si sarebbe trovata a pochi metri da due lupi, uno dei quali avrebbe predato una cagnolina di piccola taglia. Il marito della donna afferma: “Mia moglie ancora non riesce a dormire pensando alle urla strazianti della povera Kendra (…) Ma dobbiamo avere paura dei lupi a casa nostra o appena fuori?”. L’Associazione riferisce inoltre che, secondo il racconto, da quella sera i proprietari controllerebbero ogni volta il giardino con una torcia prima di far uscire l’altro cane.
Nel documento vengono sollevate critiche verso la Regione Emilia Romagna in merito agli strumenti previsti dalle normative europee per la gestione dei lupi problematici. L’Associazione domanda: “Cosa ha fatto finora la Regione Emilia Romagna, ha chiesto l’abbattimento dei lupi confidenti pericolosi? No, eppure è previsto in deroga da decenni nei casi indicati dall’art. 16 della Direttiva Habitat”.
A supporto delle proprie argomentazioni, l’Associazione richiama dati forniti da ISPRA, sostenendo che “i lupi in Italia negli anni 2017-2024 hanno attaccato e ferito senza provocazione ben venti persone (…) hanno cominciato a frequentare assiduamente i contesti abitati dall’uomo, in alcuni casi predando cani e gatti randagi o padronali, a volte anche custoditi all’interno di aree recintate”.
Nel comunicato si fa riferimento anche al Protocollo sperimentale ISPRA del 2024, citando testualmente che, nei casi di lupi che attaccano cani al guinzaglio o nei giardini delle abitazioni, questi devono essere rimossi: “deve essere rimosso, ossia catturato o abbattuto, essendo un lupo abituato all’uomo e pericoloso”, e che “se i lupi che hanno agito sono più d’uno (…) sarà inevitabile operare sull’intero nucleo”.
Il documento affronta infine il tema delle possibili ripercussioni turistiche, richiamando un precedente verificatosi in Abruzzo: “Vorremmo ricordare che gli attacchi alle persone della famosa lupa di San Salvo e Vasto del 2022-2023 furono preceduti dalla predazione diffusa di cani anche dentro i centri urbani (…) Il tutto cessò quando la lupa fu finalmente catturata”, sottolineando che la vicenda ebbe ampia eco mediatica.
L’Associazione conclude chiedendosi se sia necessario “attendere la disgrazia per intervenire con la gestione e quindi con l’abbattimento dei lupi pericolosi, confidenti e problematici”, rinnovando la richiesta che la Regione Emilia Romagna applichi le deroghe previste dalle normative vigenti nei casi ritenuti più critici.




