Tariffe sociali, Sportello Consumatori e CSdL: “Diritti negati a famiglie con pieni requisiti”

da | 26 Nov 2025

Lo Sportello Consumatori e la Confederazione Sammarinese del Lavoro denunciano una discrasia tra la normativa vigente e le modalità con cui viene applicato il diritto all’accesso alle tariffe sociali per acqua, luce e gas. Nel comunicato diffuso dalle due realtà associative si legge che “il diritto di accedere alle tariffe sociali per le utenze di acqua, luce e gas, sancito dall’articolo 4 del Decreto n. 93 del 2023 per le famiglie con reddito imponibile procapite inferiore a 9mila euro (soglia aumentata recentemente), viene sistematicamente negato a molte famiglie che ne hanno regolarmente i requisiti, a causa di una scorretta e arbitraria interpretazione da parte del Governo.”

Secondo le due organizzazioni, la ratio originaria del Decreto – ossia offrire un sostegno economico concreto ai nuclei più fragili – risulta oggi compromessa. Il testo sottolinea infatti che “questo Decreto era stato emanato con l’obiettivo di fornire un sostegno a tanti nuclei familiari o singoli cittadini in difficoltà economiche, dimezzando di fatto l’importo delle tariffe delle utenze domestiche. Ma questa finalità sociale di fatto viene del tutto vanificata.”

Nel comunicato si evidenzia come molti richiedenti, pur dichiarando redditi compatibili con quanto stabilito dalla norma, si siano visti respingere la domanda. Le associazioni spiegano di avere seguito a più riprese cittadini nella compilazione delle pratiche, precisando che “lo Sportello Consumatori e la CSdL hanno coadiuvato diversi cittadini con i giusti requisiti nel compilare le domande che vanno inoltrate all’Azienda Autonoma di Stato per i Servizi Pubblici, ma le risposte sono state pressoché tutte negative.”

Il nodo centrale riguarda l’interpretazione del requisito principale, cioè il reddito imponibile pro capite. Il comunicato ricorda che “per reddito imponibile si intende il reddito lordo diminuito di una serie di voci, tra cui i contributi (per i lavoratori dipendenti), l’abbattimento forfetario, la no tax area e la stessa deduzione SMAC, che con la legge tributaria in vigore fino al prossimo 31 dicembre si calcola in maniera proporzionale per i vari scaglioni reddituali.”
Secondo le due organizzazioni, invece, l’indicazione fornita al momento dell’istruttoria delle domande non è conforme al dettato normativo. Il testo afferma infatti che “il Governo, invece, disattendendo completamente il Decreto, ha dato indicazione all’AASS di tenere conto non del reddito imponibile, bensì del reddito lordo, che naturalmente ha un importo più alto, e questo fa sì che praticamente solo pochissime domande vengano accolte.”

Una scelta ritenuta arbitraria e causa di un mancato accesso a un sostegno economico previsto dalla legge. Il comunicato prosegue sostenendo che “questa arbitrarietà è inaccettabile, tanto più quando finisce per negare un più che doveroso sostegno economico da parte dello Stato a tante famiglie che con difficoltà riescono a fare fronte alle tante spese del bilancio familiare.”
Da qui una domanda netta rivolta all’Esecutivo: “Dov’è il sostegno alle fasce sociali più deboli sbandierato anche da questo Governo?”

Nel testo viene tracciato un parallelo con altri casi in cui, secondo le associazioni, l’applicazione delle norme non sarebbe avvenuta secondo quanto previsto. Secondo il comunicato “siamo di fronte ad una situazione simile a quella del fiscal drag, per il quale la legge è stata disattesa volutamente dal Governo. Si tratta di un abuso perché le norme devono essere applicate correttamente e non in maniera discrezionale!”

Per queste ragioni, Sportello Consumatori e CSdL annunciano l’intenzione di procedere sul piano formale. Le due realtà comunicano infatti che “intendono sostenere nei prossimi giorni una ‘causa pilota’ per richiedere la corretta applicazione del Decreto, allo scopo di consentire l’accesso alle tariffe agevolate a tutte le famiglie che ne hanno correttamente i requisiti.”

Il comunicato si conclude con un riferimento all’ICEE, definito uno strumento potenzialmente più completo per valutare la reale situazione economica dei nuclei familiari. Tuttavia, il testo precisa che “l’ICEE dovrebbe essere lo strumento più idoneo (in quanto tarato non solo sui redditi dichiarati, ma anche sui patrimoni) ma, finché non entrerà in vigore e non supererà ‘il periodo di prova’, vanno tutelati i diritti maturati con le leggi vigenti.”

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