Durante la seduta serale di lunedì 3 novembre del Consiglio Grande e Generale, prosegue l’esame dell’articolato del progetto di legge di riforma dell’IGR. Vengono approvati gli articoli dall’1 all’8.
Dalle opposizioni arrivano osservazioni tecniche e politiche. Fabio Righi di Domani Motus Liberi parla di una riforma che, in realtà, non riequilibra le differenze tra le varie categorie di reddito. Emanuele Santi (Rete) solleva perplessità sull’impatto della ritenuta sugli interessi passivi pagati a non residenti, temendo che possa aumentare i costi di finanziamento per le imprese sammarinesi e apparire come una misura protezionistica nel momento in cui San Marino si appresta a siglare l’accordo con l’Unione Europea. Enrico Carattoni (Repubblica Futura) invita il Governo a rafforzare i controlli sui lavoratori autonomi stranieri che operano in territorio senza adeguata vigilanza, mentre Nicola Renzi, dello stesso gruppo, mette in guardia contro la logica dei pregiudizi fra categorie di lavoratori e lamenta l’esclusione degli ordini professionali dal confronto nella fase finale della riforma.
Il dibattito si fa più acceso sull’articolo 4, relativo al trattamento fiscale del TFR. Emanuele Santi rivendica il risultato come una vittoria delle forze sociali e politiche che si sono opposte a una misura giudicata “iniqua e antipatica”, ricordando che anche alcuni commissari di maggioranza avevano espresso dubbi. Nicola Renzi sottolinea come i cittadini abbiano dovuto “guadagnarsi il dialogo” con lo sciopero e con il sacrificio economico, mentre Gaetano Troina (Domani Motus Liberi) rimarca il valore simbolico di quelle giornate di protesta, spiegando che molte famiglie hanno rinunciato a più giornate di stipendio pur di far sentire la propria voce. Dal fronte di Governo, il Segretario di Stato Gatti ammette che l’aumento del TFR avrebbe garantito circa 1,4 milioni di euro di gettito e spiega che la rinuncia è stata parte della trattativa con i sindacati. Ricorda che, in Italia, il TFR è tassato in modo progressivo con aliquote molto più alte, ma riconosce la necessità di un compromesso politico. Quanto al resto della manovra, spiega che non tutte le voci di gettito possono essere stimate con precisione, soprattutto quelle legate a variazioni di ammortamento o a cambi strutturali della base imponibile.
Sull’articolo 5, il Governo chiarisce che la norma si muove in tandem con l’articolo 7: alcuni oneri deducibili diventano detrazioni, le elencazioni vengono ricondotte agli allegati A e B, e si introduce la tracciabilità obbligatoria dei pagamenti in luogo del vincolo di spesa sul solo territorio sammarinese; le opposizioni chiedono però come l’Ufficio Tributario possa reggere i nuovi carichi tra carenze di personale, pensionamenti e prepensionamenti. Il Segretario Gatti spiega che il problema degli organici all’interno della PA è aggravato dal fatto che ai concorsi pubblici si presentano sempre meno candidati. Gatti sottolinea che il Governo e i dirigenti dell’Amministrazione hanno formalizzato tutte le richieste di copertura dei posti mancanti, ma che la carenza di risorse umane è ormai un limite diffuso anche nella Pubblica Amministrazione, non solo nel settore privato. In parallelo, annuncia l’intenzione di potenziare l’automazione dei controlli fiscali: un sistema informatico più evoluto, spiega, potrà in futuro alleggerire il carico di lavoro manuale.
Confronto serrato sull’articolo 7, che modifica l’articolo 16 della Legge n.166/2013, ridefinendo il sistema delle detrazioni fiscali legate alle spese tracciate, alle protesi dentarie e sanitarie e ai canoni di locazione. Il Segretario di Stato Marco Gatti illustra le principali modifiche: la detrazione per le protesi passa dal 15% al 18%, mentre per i canoni di locazione viene introdotto un tetto massimo di 6.000 euro, misura volta a prevenire abusi e autolocazioni fittizie. Sul fronte delle spese tracciate tramite SMAC, Gatti spiega che il nuovo modello supera la discriminazione tra residenti e non residenti, introducendo un sistema progressivo che lega la detrazione all’uso effettivo della card e al livello di reddito. Ma è proprio su questo articolo che si concentra la pioggia di critiche dell’opposizione, che lo definisce “l’articolo della discordia”. Secondo Emanuele Santi (Rete), la prima versione del testo era “un disastro”, poiché discriminava i lavoratori frontalieri. Nicola Renzi (Repubblica Futura) parla di una riforma che è stata riscritta interamente dalle sigle sindacali. Anche Fabio Righi (Domani Motus Liberi) critica la gestione del percorso legislativo, accusando il Governo di aver evitato il confronto preventivo con opposizioni e categorie, salvo poi modificare tutto all’ultimo momento. Sara Conti (RF) sottolinea che l’articolo, nella sua prima versione, avrebbe potuto compromettere i rapporti economici con l’Italia e creare fratture sociali nel Paese. Matteo Zeppa e Giovanni Zonzini (Rete) parlano apertamente di un testo “discriminatorio e immorale”, accusando il Segretario e la maggioranza di aver tentato di colpire i lavoratori frontalieri, categoria priva di rappresentanza politica ma essenziale per l’economia del Paese. Il Segretario di Stato Marco Gatti, nelle sue repliche, respinge le accuse di pressioni esterne, chiarisce che la fiscalità non è materia del negoziato con l’Unione Europea, e ribadisce che nessuna ingerenza è arrivata dal governo italiano. Il Segretario rivendica infine che la nuova versione dell’articolo, nata da un confronto serrato con le organizzazioni sindacali, rappresenta un punto di equilibrio tra le esigenze di tutela dei redditi più bassi, la necessità di garantire equità fiscale e l’obiettivo di promuovere la tracciabilità dei pagamenti. Una mediazione politica complessa, ammette, ma che considera un risultato positivo dopo settimane di confronto.
Alle 24.00 i lavori vengono sospesi. Riprenderanno domani alle 14.00.




