Truffa del “fotovoltaico fantasma”: ramificazioni anche a Rimini, indagini di polizia postale e Guardia di Finanza

da | 31 Ott 2025

Nelle prime ore del 28 ottobre 2025 la Polizia di Stato e la Guardia di Finanza hanno dato esecuzione a una vasta operazione su scala nazionale, culminata nel sequestro preventivo d’urgenza del portale www.voltaiko.com e nel blocco di 95 conti correnti riconducibili all’omonimo gruppo societario. Le perquisizioni hanno interessato diverse regioni italiane, con ramificazioni anche a Rimini, dove gli investigatori hanno agito in sinergia con i reparti locali delle Fiamme Gialle.

L’operazione è il frutto di una complessa indagine condotta dal Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica dell’Emilia-Romagna, sotto la direzione del pubblico ministero Marco Imperato della Procura della Repubblica di Bologna. Un’azione coordinata e capillare che ha coinvolto le Sezioni Operative Sicurezza Cibernetica di varie regioni e i reparti territoriali di Bologna, Rimini, Modena, Milano, Varese, Frosinone, Teramo, Pescara e Ragusa.

Al centro delle indagini, un articolato sistema piramidale di truffe camuffato da rete di network marketing multi-level, che prometteva facili guadagni nel settore “green”. L’offerta consisteva nel noleggio di pannelli fotovoltaici collocati all’estero, in Paesi descritti come ad alta produttività energetica. Un’idea apparentemente innovativa e sostenibile, ma del tutto illusoria: gli impianti non esistevano, e i guadagni promessi si basavano su un classico schema Ponzi, in cui i rendimenti dei primi investitori venivano coperti con i soldi dei nuovi.

La truffa colpiva in modo particolare persone in stato di minorata difesa, attratte dall’immagine rassicurante di un investimento ecologico e “a basso rischio”. In realtà, le somme versate — vincolate per tre anni — servivano solo ad alimentare un meccanismo destinato a crollare. Si stima che circa 6.000 persone siano cadute nella rete del portale, generando un volume di investimenti da 80 milioni di euro.

La Procura di Bologna ha disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo del sito e di tutti i rapporti finanziari riconducibili alle società coinvolte e agli odierni indagati, che restano da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva. Durante le perquisizioni, gli investigatori hanno rinvenuto criptovalute, dispositivi elettronici, beni di lusso, lingotti d’oro e una grande quantità di documentazione ritenuta di rilievo investigativo.

Un’operazione che segna un punto fermo nella lotta alle truffe online travestite da finanza etica e che, ancora una volta, mostra come anche le promesse di “energia pulita” possano nascondere ombre pericolose. Rimini, insieme ad altre province italiane, figura tra i territori in cui il sistema aveva attecchito, confermando la capillarità e la pericolosità di un inganno costruito con abilità e apparente credibilità.

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