Riforma IGR, i sindacati contestano le modifiche: «Non garantiscono la progressività e penalizzano i redditi medio-bassi»

da | 16 Ott 2025

Le organizzazioni sindacali CSdL, CDLS e USL prendono posizione contro le modifiche apportate alla riforma IGR dopo l’incontro avvenuto martedì 14 ottobre con una delegazione del PDCS. Secondo i sindacati, le correzioni introdotte dal Governo – in particolare sulla gestione delle spese SMAC – non rispettano l’obiettivo dichiarato di rendere il sistema più equo.

In una nota unitaria, le tre sigle denunciano che «le modifiche apportate alla riforma IGR, in particolare per quanto riguarda la quota di spesa SMAC, non garantiscano il principio di progressività tanto auspicato e più volte dichiarato dal Governo».

A supporto della critica, i sindacati hanno presentato alcune simulazioni – pubblicate sui rispettivi siti – dalle quali emergerebbe una dinamica distorsiva: «il nuovo meccanismo non solo non introduce elementi di maggiore equità, ma anzi rischia di penalizzare ulteriormente le fasce di reddito medio-basse».

Il nodo SMAC: soglie invariate per i bassi redditi, ridotte per i più alti

Secondo i calcoli delle OO.SS., un contribuente con reddito fino a 35.000 euro dovrà raggiungere una spesa SMAC di 5.000 euro per ottenere il beneficio fiscale massimo, esattamente come previsto oggi. Per chi guadagna di più, invece, la soglia verrebbe addirittura abbassata: un contribuente con 50.000 euro di reddito lordo avrebbe bisogno di una spesa inferiore rispetto all’attuale normativa per avere la stessa detrazione.

Una logica che i sindacati definiscono contraddittoria, poiché – sostengono – «contrasta con l’intento dichiarato di favorire la capacità di spesa delle fasce meno abbienti e di incentivare i consumi interni in maniera più equa».

Frontalieri ancora esclusi dal bonus

Tra le perplessità sollevate, anche il trattamento riservato ai lavoratori frontalieri, ai quali non viene riconosciuto il bonus di protezione del reddito, nonostante il Governo abbia raddoppiato il tetto delle spese carburante da 750 a 1.500 euro. Un miglioramento giudicato «solo parziale», che non risolve la disparità di trattamento rispetto ai residenti. Per questo, i sindacati ribadiscono che «è necessario garantire pari trattamento fiscale per tutti i lavoratori, residenti e frontalieri, a parità di spesa tracciata tramite SMAC, come avviene oggi».

Verso una proposta alternativa e nuove mobilitazioni

Le sigle annunciano di essere al lavoro su una controproposta organica che rispecchi le richieste raccolte nel confronto con i lavoratori. Nel frattempo, prosegue il calendario di iniziative pubbliche e sit-in deciso dall’Attivo dei Rappresentanti sindacali.

Il primo appuntamento è fissato oggi alle 17.30 davanti alla sede di Libera, seguito domani da un presidio davanti alla sede del PSD e venerdì davanti ad Alleanza Riformista, con richiesta di incontro alle rispettive forze politiche.

Infine, è stata convocata per venerdì 17 ottobre, dalle 14.30 alle 17.00, presso la sala Joe Cassar di Borgo Maggiore, una nuova riunione dell’Attivo dei Rappresentanti Sindacali per definire le prossime azioni.

Per oggi, giovedì 16 ottobre, è previsto inoltre un nuovo incontro con il Governo e la maggioranza, in programma alle 11.00 a Palazzo Begni.

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