Tre cadute mortali in pochi mesi: una giovane donna a maggio, un sammarinese quarantenne a giugno, e ora un nuovo episodio che si è verificato proprio in questi giorni. Non sono più incidenti isolati, ma un fenomeno che comincia ad assumere una frequenza inquietante.
Riceviamo e pubblichiamo questa riflessione di un nostro lettore, che ci scrive dopo l’ennesima tragedia consumata sulla Rupe del Titano.
re cadute mortali in pochi mesi: una giovane donna a maggio, un sammarinese quarantenne a giugno, e ora un nuovo episodio che si è verificato proprio in questi giorni. Non sono più incidenti isolati, ma un fenomeno che comincia ad assumere una frequenza inquietante.
Al di là del dolore e della drammaticità di simili eventi, c’è un aspetto che lascia perplessi: ogni volta San Marino deve mobilitare mezzi e uomini interni, affiancati però immancabilmente da risorse esterne, soprattutto dall’Italia. Arrivano elicotteri, squadre specializzate, droni, unità SAF. Tutto questo ha inevitabilmente un costo, che alla fine ricade sulla collettività.
E qui nasce la domanda: come mai, nonostante la Repubblica investa ogni anno in Protezione Civile, Polizia Civile, Gendarmeria e possa contare addirittura su tre corpi volontari a supporto, non esiste ancora un nucleo interno formato e attrezzato per questo tipo di interventi? Possibile che per ogni recupero dobbiamo sempre appoggiarci in toto all’esterno, con mezzi e personale che arrivano da fuori confine?
È evidente che questi incidenti non si possano azzerare del tutto, ma almeno si può ridurre il peso organizzativo ed economico che ne consegue. Creare un’unità specializzata sammarinese per il soccorso in ambiente impervio significherebbe non solo maggiore autonomia, ma anche rapidità d’intervento e un uso più razionale delle risorse.
Tre tragedie in pochi mesi dovrebbero bastare per capire che non stiamo parlando di casi isolati. La Rupe è il simbolo del Paese, ma non può continuare a essere teatro di drammi in cui, oltre alle vite spezzate, restano aperti dubbi e domande su come San Marino gestisca davvero la sicurezza e l’efficienza dei soccorsi.