“Il Consiglio Grande e Generale, a grande maggioranza, dice stop alla braccata”

da | 20 Lug 2025

Decisione politica bipartisan che ha visto maggioranza e opposizione compatte nell’accogliere un’Istanza d’Arengo che ha chiesto di fermare in territorio sammarinese la pratica venatoria della braccata.
Giusto o sbagliato questa è la democrazia, concetto che pare vada poco a genio al Segretario di Stato Federico Pedini Amati, prossima – anzi, già de facto – guardia ecologica alle dipendenze della Pubblica Amministrazione.
Capiamo il caldo, la voglia di apparire, l’impeto di lanciare messaggi d’amore ad amici ed elettori ma la posizione del Segretario di Stato con delega all’Informazione, riportata addirittura nella home page della radio televisione di Stato, è l’ennesimo schiaffo in faccia ai sempre più numerosi cittadini che non la pensano come lui.
Peraltro, a tutti coloro che vorrebbero ancora una braccata a San Marino, sommessamente ricordiamo che se non ci fosse stato il comportamento inqualificabile di Pedini forse la questione non sarebbe neppure stata sollevata.
Infatti, nessuno ha chiesto al cacciatore, nonché Segretario di Stato a tempo perso con delega agli show, di imbarcarsi nella braccata domenicale immortalata con tanto di ungulati sanguinanti stesi a terra crivellati dai battitori.
Nessuno lo ha pregato di sparare (per sbaglio) – e poi di metterci la faccia quando ormai il fatto era noto – alla finestra di una casa di privati cittadini una tranquilla domenica di gennaio.
Se Pedini voleva incidere sull’esito dell’Istanza d’Arengo poteva dimettersi e tornare a vestire i panni del consigliere semplice e influenzare così, a favore dei suoi elettori, l’esito del voto, oppure essere presente in Aula quando si è esaminata l’Istanza.
In Consiglio non ci sono meri spingi bottone che rispondono agli ordini del governo.
E non ce ne voglia il ministro al turismo ma anche in RF ci sono cacciatori, anche di cinghiale, ma a nessuno è venuto in mente di non accogliere un’Istanza d’Arengo che ha chiesto una cosa sacrosanta, anche rispetto a potenziali danni alle persone come poteva accadere durante la braccata del ministro e, per di più, a causa sua. Capiamo la tensione: essere un primo ministro in pectore acclamato a Parigi, a Pechino, ad Osaka, essere sul tetto del mondo con Al Bano e vedere che ormai non si riesce più nemmeno a incidere su una semplice istanza d’arengo può provocare scatti d’ira e le solite pulsioni social contro RF, poi contro APAS che plaude troppo e alla fine contro il suo stesso partito ricordandogli che i voti dei cacciatori del PSD li gestisce Pedini.
Di fronte ai giganteschi problemi del paese e con il settore del turismo balbettante, questo è l’atteggiamento del ministro Pedini rispetto al pensiero di forze politiche, associazioni, cittadini che se non la pensano come lui sono oggetto delle sue invettive e malcelate minacce.
Repubblica Futura chiede ai nove componenti del Congresso di Stato se è così che vogliono iniziare il secondo anno di legislatura e prepararsi ad affrontare un autunno molto caldo; se si identificano e sostengono la postura istituzionale del Segretario di Stato Pedini, che ricordiamo ha anche la delega all’Informazione.

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