L’articolo pubblicato giovedì 10 aprile sulle pagine riminesi del Carlino a firma di Manuel Spadazzi ha sollevato un polverone politico. Al centro della discussione, la consulenza che l’attuale deputato del Partito Democratico, ed ex sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, avrebbe fornito al colosso immobiliare Renco.
La notizia, sebbene “ufficializzata” solo ora dal quotidiano, pare non essere stata una sorpresa per gli addetti ai lavori della politica locale. Sembrerebbe infatti che la collaborazione tra Gnassi e l’azienda pesarese, impegnata a Rimini in importanti progetti come il nuovo quartiere residenziale all’ex corderia di Viserba e il contestato project financing per il Mercato Coperto San Francesco, fosse un segreto di Pulcinella.
Nonostante la pubblicazione, da parte dell’onorevole Gnassi non è giunta alcuna dichiarazione. Nessuna smentita, nessuna precisazione sulla natura o sulla durata di tale incarico. Un silenzio che stride, soprattutto alla luce del suo passato ruolo di primo cittadino che ha avviato proprio la procedura relativa al Mercato San Francesco.
A corroborare l’esistenza di queste consulenze ci sarebbero le dichiarazioni dei redditi del deputato. Nel 2022, Gnassi ha dichiarato 116.030 euro, cifra che sale a 196.442 euro nel 2023. Considerando che nel 2022 l’indennità parlamentare era percepita solo da ottobre e ammontava a circa 25mila euro, i restanti 85mila euro sembrerebbero riconducibili ad attività di consulenza. Nel 2023, con un’indennità parlamentare annua di circa 100mila euro, i 96mila euro “extra” farebbero propendere nuovamente per introiti derivanti da consulenze.
Certo, la legge non vieta ai parlamentari di svolgere attività di consulenza e, con ogni probabilità, l’incarico di Gnassi rientra pienamente nella legalità. Tuttavia, la questione sollevata nell’articolo del Carlino tocca un nervo scoperto: quello dell’opportunità politica.
Come può un ex sindaco, che ha dato il via a un importante progetto di riqualificazione come quello del Mercato Coperto, diventare consulente di una delle aziende potenzialmente interessate all’investimento, mentre la procedura di affidamento è ancora in corso?
È vero, Gnassi non è più sindaco, ma il suo peso politico e la sua conoscenza delle dinamiche locali restano indubbi. In un contesto delicato come quello degli appalti pubblici, l’opportunità avrebbe suggerito una maggiore cautela, se non addirittura l’astensione da incarichi di questo tipo.
Il silenzio dell’onorevole Gnassi non fa che alimentare interrogativi e un certo disagio, soprattutto in chi, come chi scrive, si riconosce nei valori del Partito Democratico. Al di là della legittimità dell’incarico, resta l’amaro in bocca per una scelta che, seppur legale, appare quantomeno inopportuna. Sarebbe auspicabile un chiarimento da parte dell’interessato, non tanto per giustificare l’accaduto, quanto per ristabilire un clima di fiducia e trasparenza nella politica riminese.