Torna a infiammarsi il dibattito in Consiglio Grande e Generale attorno al decreto delegato sulle misure di sostegno per la riqualificazione delle strutture ricettive alberghiere, formalmente decaduto il 7 marzo. Un emendamento firmato dalla maggioranza – escluso il PSD – punta a salvare gli effetti del provvedimento sui mutui agevolati stipulati nel periodo di validità, ma esclude i mutui preesistenti, scatenando le critiche delle opposizioni.
Dai banchi dell’opposizione si parla apertamente di favori politici e voto di scambio, con Emanuele Santi (Rete) che accusa: “Promesse elettorali fatte a imprenditori del settore per garantire agevolazioni su mutui passati”. Anche Nicola Renzi (Rf) invoca l’abbandono dell’aula e valuta eventuali azioni risarcitorie. Per Michela Pelliccioni (Domani Motus Liberi) il danno maggiore è “l’inaffidabilità normativa”.
Criticità emergono anche tra i banchi della stessa maggioranza: Gian Nicola Berti (Ar) parla di un “regalino con nome e cognome” e Massimo Andrea Ugolini (Pdcs) ribadisce il no al principio di ristrutturare debiti pregressi.
A difendere il provvedimento è il Segretario al Turismo Federico Pedini Amati, che respinge ogni accusa: “Non è il mio decreto, ma un atto del Congresso di Stato, portato avanti dal 2022, in tempi non sospetti, per aiutare il settore dopo il Covid. La ratio era sostenere le imprese alberghiere, anche intervenendo sui mutui pregressi. È un decreto del governo di allora, nessuno escluso”.
Nel frattempo, il Consiglio ha approvato altri decreti all’unanimità, tra cui quello che rafforza l’organico dell’UNIRSM, superando la precarietà per docenti e ricercatori.